NELL'ETA' DEL BRONZO, (dal III° millennio al XVII° secolo a.C.)
05.03.2012 09:59La popolazione Padana è uniformata alla cultura di Polada; abitati palafitticoli, cremazione dei defunti, pastorizia, agricoltura, lavorazione della ceramica, del legno e fusione dei metalli. Il monte Bego viene ad assumere l'aspetto di un luogo sacro. La parte meridionale del lago di Garda viene a configurarsi come una delle più importanti aree metallurgiche Europee. Fiorente in questa era è il commercio dell' Ambra, dal XIV° secolo a.C. inizia l'era dei castellari, insediamenti arroccati in posizioni strategiche ( vedi Zignago, Druco, Camogli etc etc....) per difesa. A partire dal 1600 a.C. il tratto di pianura dall' Adda e l' Oglio diventa un preciso confine culturale destinato a rimanere tale fino ai nostri giorni. Tutto ciò si inquadra nella progressiva avanzata da Sud a Nord di gente mischiate con popoli di cultura Micenea, dando così origine alla "cultura appenninica" a partire dal XV° secoloa.C. E' questo l' inizio di una maggior differenzazione etnica tra Nord e Sud, delineando i confini Padani. Gli scrittori Greci s Latini: Livio, Polibio, e Dionisio d'Alicarnasso, alcuni secoli dopo la penetrazione gallica definiscono: i Soti (popolazione ligure stanziata nel Cuneese) i Gatis, gli Elutates ed i Tolosates ed ancora i Deciates, in Provenza, tribù di pura stirpe Ligure, tanto è vero che ancora oggi dversi sono i vocaboli in comune tra l'Arpitano, il Piemontese, il Ligure ed il Basco. Emilio Sereni, studioso di antiche comunità definisce Padano-Liguri anche le tribù il cui nome finisce in ATES; esempio: Focinates, Mortuates Genuates, Ilvates etc..etc...Così le citta con termine "ATE-ASCO", Livio trova che i suoi contemporanei a Sud dell'Arno, nella zona di Piacenza-Casteggio oltrché gli Ilvates: (abitanti dell'Ilva, attuale isola d'Elba), sono Liguri. Negli scavi di Fratta polesine, si trovano tracce che fanno pensare ad un commercio fiorente di: Ambra baltica, Avorio e uova di struzzo, tra l'Europa, l' Africa e l' Egeo. Dal XIII° al VI secolo a.C. si ritrovano le necropoli Lombarde simili a quelle di Chiavari che costituiscono l'esempio primario di sepolcreto Ligure. Esiodo ( 8° secolo a.C.) definisce Liguri le popolazioni dell' Occidente Europeo.
PRESENZA CELTICA: Intorno al 775-725 a.C. si sarebbero verificati alcuni spostamenti etnici e tra questi l'arrivo dei cosidetti Celti. Nel VII° secolo, a.C. , col fiorire della cultura di Hallstatt ,assistiamo al completamento dell' intero processo di formazione dei Celti. La cultura di Hallstatt abbracciò la zona centro Europea del bacino del Danubio, dalla metà orientale delle Alpi, sino al bacino dei Carpazi ed a Sud-est sino alle spiagge dell'Adriatico. Hallstatt era in quel periodo un importante centro commerciale che doveva parte della sua prosperità all' estrazione del sale che commerciava su vasta scala e sopratutto su lunghe distanze con appositi carri attraverso i passi alpini di S.Candido, del Brennero, di Resia e della val Bregaglia. Passi tutti controllati da popolazioni Liguri alpine, un traffico spontaneo crebbe, movimentando verso le corti celtiche, pregiato vasellame bronzeo e ceramico, vino ed altri orodotti dell' Etruria e dell' area Atesina. Presenza dei Celti si trova intorno al VI° secolo a.C. a Veutolonia. Orvieto e Padova. Emilio Sereni scrive: "anche a prescindere dai contatti e dalla mescolanza di popolazioni Celtiche e Liguri, documentabili per l' epoca storica, non è da escludere, anzi sembra ritenere probabile, una partecipazione di trbù celtiche, poi confluite nell' etnos gallico, anche all' infuori delle regioni della Francia mediterranea, Gli archeologi sembrano ormai confermare questa tesi. Sempre Sereni cita gli Helvii, tribù nordalpina imparentati agli Helvetii, la cui capitale Alba Helviorum ci riporta al nome tipico delle capitali federali liguri, come egli stesso precisò per continuare con:"..........ma ad Alba Pompeia (Alba) proprio il gentilizio militare più illustre è quello degli Helvii" ;e d'altra parte i nomi dei due regoli degli Helvii citati da Cesare ( De Bello Gallico), sono Donnotaurus e Caburus, due nomi che ci riportano con riferimento a quelle di re Donno di Susa e con quello di Caburrus ( odierna Cavour9 al sostrato ligure della Valpadana. Il linguista francese M.Lejune definisce alcune iscrizioni databili (VIII°- VII° secolo a.C.) in Etruria come la prima documentazione scritta del ligure.
GIULIO CESARE: ci informa che due dei quattro pagi degli Helvetii erano attrbuiti a Verbigeni, che ha evidenti relazioni col nome della trbuù ligure dei Bagienni (e la cui radice "Big-Bag" non è sicuramente indoeuropea) ed ai Tigurini, il cui etnico è del tutto uguale a quella tribù ligure dei Tigulli, stanziati nell'ononimo golfo ad est di Genova. Ne può essere un caso che vicino agli Helvetii, ancora ai tempi di Cesare, troviamo i Mantuates ( Mantua-Mantova).Sia sul Reno a sud del lago di Costanza, che a sud del lago Lemano, dove ha sede la città di Genua (Ginevra) dallo stesso nome di Genua Ligure (Genova) e con la stessa radice del popolo dei Genuanes, situato nelle Alpi centrali. Gli accostamenti in merito sono veramente tanti. Non c'è nessuna INDOEUROPEIZZAZIONE del ligure pre-romano sotto tutti gli aspetti: lingua, cultura, caratteri somatici ed etnomologhi. Le ricerche archeologiche hanno dimostrato che gli spostamenti dei Celti dalle loro sedi della Francia avvennero circa nella seconda metà del V° secolo a.C. Nel sud della Francia un geografo del IV° secolo a.C., Scilace di Arandia, nel corso del suo periplo non trova sulla costa ad Ovest del Rodano sino all'Arno, che "Liguri schietti", mentre nel tratto precedente essi sono mischiati con gli Iberici, con i quali convivono come un sol popolo. Gli scavi archeologici indicano infatti nel III° secolo a.C., l' inizio di una presenza celtica.
CATONE: (234-149 a.C.). Tutto il tratto alpino nor-occidentale e la pianura a sud fino al Po, risultano occupati dai Liguri Taurini, mentre nel Canavese-Valle d'Aosta i liguri Salassi e Lepanti. Plinio (23-a.C.) e Strabone (63-20a.C.) confermano l' origine Ligure dei Taurini. Sempre in base a reperti archeologici, sembrerebbe che trail V° ed il IV° secolo a.C.,i Celti ( causa le crescenti tensioni e alterazioni sociali causate da eccessiva crescita della popolazione superiore all'attuale), volgessero dapprima verso i centri prosperi dell' area Danubiana, cioè Salisburgo, nord-Hollein- Duremberg e Halstatt, poi in direzione della parte bassa dell'Austria. I loro condottieri, Belloveso e Segoveso si diressero: il primo verso la Padania, il secondo verso la Pannonia. Livio ci informa che Belloveso attraversò le valli dei Taurini e si scontrò con gli Etruschi sul Ticino. In un momento non precisato del IV° secolo a.C., crolla definitivamente l'ultimo baluardo Etrusco ad una nuova ondata di Celti, formati da trbù . Boi, Anari e Lingoni, cacciarono dall' Emilia-Romagna gli Etruschi ed gli Umbri. La presenza di Boi in Boemia ha sollevato l' ipotesi di una loro provenienza dall'Europa centrale, in realtà i Boi e Lingoni sono segnalati ai tempi di Cesare in Francia nel bacino della Loira e del Plateau de Lougres, mentre i Segovigi nell' area di Marsiglia, diedero vita alla confederazione Celto-Ligure dei Salluvi o Salii. Al di qua e al di là dell' alveo naturale del rivo torbido, sorse la necropoli di Genova pre Romena. Oltre a Genova dovevano già esistere in piena attività: Savo, Albium, Ingaurum e Albium Intemelium ( cioè: Savona, Albenga e Ventimiglia).
CONCLUSIONE: Il prof. Alberto Piazza col dipartimento di genetica, biologia e chimica dell'università di Torino , ha presentato uno studio durato diversi anni che, operando su campioni di individui selrzionati rispetto ai grandi fenomeni di immigrazione degli ultimi decenni,ricostruicse una mappa genetica dell'Italia. In essa infatti viene discriminata in modo netto la componente primaria dell'area Ligure. La massima intensità genetica viene raggiunta nel territorio compreso tra Andora ( SV) e Garessio( CN) ad ovest, proseguendo poi a Nord, lungo la direttrice del Tanaro, Alba, Asti,Casale, Pavia, Piacenza, Cremona per chiudersi ad est su quella delineata dall' Oglio, Guastalla, Reggio Emilia, Pontremoli e Sestri Levante. Da questa area va escluso il tretto di costa da Sestri Levante a Voltri, Genova compresa. A livello immediatamente successivo troviamo una vasta zona che dal Sud Tirolo, scende sino all' Arno dividendo la provincia di Modena da Bologna. Un ulteriore studio condotto dal gruppo H.I.A. delle società Italiane di immunoematologia ( Siiits-Aict ) conferma che: "Il corredo genetico degli Italiani è in sostanza ancora quello dell' età del ferro ( 1000- 300 a.C.) ed individua nella presenza celtica del Friuli Venezia Giulia e nella mancanza di geni di derivazione Italica, la maggior somiglianza tra questa regione e la Padania centroccidentale: Piemonte, Lombardia,Emilia Romagna, Trentino, Sud Tirolo, rispetto al Veneto fino a Treviso. In sostanza, mentre tra i Liguri ed i Celti la differenza ci sarebbe ma sarebbe minima, al contrario, la differenza con gli Italici sarebbe totale. I Liguri in particolare presentano caratteristiche più marcatamente mediterranoidi, mentre altrove dominano caratteri alpini. Anche in questo caso i Liguri confermano la loro vicinanza con i Baschi, mentre va segnalato ad esempio che i Celti non ebbero mai caratteristche antropologiche proprie. Liguri, Veneti ed Istriani possono tranquillamente essere definite popolazioni autoctone, in quanto presenti in epoca storica in aree sulle quali non esiste alcuna forma di invasione etnica precedente, scientificamente dimostrabile e in cui la presenza umana ha origini antichissime ( per i Liguri il CRO_MAGNON) e radici lunghe oramai da oltre cinquemila anni. Giovanni Damele
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